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Roberto Paci Dalò e la nascita di Usmaradio/Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Radiofonia

Aggiornamento: 19 feb 2021

Alcune valorose realtà – per menzionarne solo tre: Tempo Reale/musicaelettronica.it, Fango Radio, Elettronica Collettiva Bologna – s'impegnano quotidianamente per cercare di creare azioni virtuose che possano incoraggiare il cambiamento di rotta e dunque sconfiggere quello che io chiamo il malefizio della musica difficile.





Tra queste realtà c'è anche Usmaradio, la radio dell'Università degli Studi della Repubblica di San Marino fondata con coraggio e sapienza da Roberto Paci Dalò – (scopri qui il suo ultimo lavoro musicale HA, dedicato a Hannah Arendt) – e guidata in collaborazione con Alessandro Renzi e gli studenti e docenti dell'ateneo sammarinese.


Durante la scorsa edizione di Santarcangelo Festival, Usmaradio ha riscaldato il cuore e il cervello di quanti si riferiscono alla radio come alla culla della musica elettroacustica ed elettronica grazie al progetto KIN: 120 ore di radioscapes in diretta radiofonica create attraverso materiali sonori e narrativi sperimentali organizzati da un team di giovani apprendisti.


A proposito della nascita di queste nuove musiche in seno ai laboratori radiofonici, scrive Angela Ida De Benedictis:


Gli ambienti radiofonici potevano offrire ai giovani compositori uno strumentario tecnologico avanzato o, più esattamente, una liuteria elettroacustica adeguata per procedere nelle loro ricerche coeve. Ancora nel 1958, parlando della sperimentazione radiofonica, Karlheinz Stockhausen affermava: "La radio ha contribuito a un avvento inatteso: l'avvento della musica elettronica: una musica è scaturita in una maniera del tutto funzionale dalle particolari caratteristiche della radio. Poco importa la maniere in cui si esegue oggi la musica elettronica: la sua necessità si giustifica per il solo fatto che essa mostra la strada alla produzione musicale radiofonica. La musica elettronica ricorre al nastro magnetico e all'altoparlante non più per il semplice scopo di riprodurre, ma per produrre.

[Angela Ida De Benedictis, Radiodramma e Arte radiofonica: storia e funzioni della musica per la radio in Italia, EDT, Torino 2004, p. 29].


È anche grazie alle attività della parallela Scuola di Radiofonia che Usmaradio riesce a definire sé stessa proprio come una diretta espressione dell'essenza della radio, così come narrata da Stockhausen, forgiando un mezzo di comunicazione capace di non cadere in disgraziata obsolescenza in virtù delle sue possibilità creative e di inter-azione.


Ebbene, il 30 gennaio si è aggiunto un nuovo raggio allo splendido corpo irradiante di Usmaradio: il Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Radiofonia dell'Ateneo sammarinese, il primo centro di questo tipo in Italia e tra i pochissimi al mondo. Lo racconta Roberto Paci Dalò in questa seconda Intervista Possibile (leggi la prima dedicata al synth marchigiano in compagnia di Paolo Bragaglia qui).



J. M. - Che cos'è il Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Radiofonia (CRIR)? Di che cosa si occuperà e chi potrà partecipare alle sue attività?


È un luogo di lavoro e ricerca per sviluppare pedagogie, produzioni e ricerche radiofoniche presso l'Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Unirsm è un'università del fare dove teoria e pratica sono strettamente intrecciate, una piccola università molto dinamica dove grande attenzione è data alle persone, alle relazioni e alle collaborazioni. Ora con il Centro abbiamo chiuso (o aperto?) il cerchio che collega le tre aree di azione che ci eravamo immaginate anni fa: produzione (Usmaradio), didattica (Scuola di Radiofonia / The School of Radio) e ricerca (Centro di Ricerca per la Radiofonia).

La progettazione è aperta a tutte le persone interessate provenienti da qualsiasi luogo, disciplina, contesto.


Quello che ci collega è ovviamente l'amore per la radio pensata come medium, tecnologia, laboratorio, spazio fisico e comunitario. Qui vogliamo far sì che si possano inventare professioni e pensieri imparando e facendo la radio. Il progetto Radiophonic Cultures nato dalla straordinaria mostra Radiophonic Spaces con la direzione artistica di Nathalie Singer (docente di Experimental Radio al Bauhaus Weimar e anch'essa nel comitato scientifico del CRIR), ben esemplifica le nostre modalità di azione in culture radiofoniche che si muovono tra: media studies (lo studio come laboratorio), tecniche culturali (la radio come laboratorio), musicologia (la composizione radiofonica), composizione elettroacustica (comporre la radio, accordare la composizione).





J. M. - Il Centro si inaugura con un Advisory Board dalla caratura artistica e intellettuale davvero imponente: Laurie Anderson, William Basinski, Franco Berardi Bifo, Achille Bonito Oliva, Judith Butler, Romeo Castellucci, Alvin Curran, Willem Dafoe, Guido Guidi, Alanna Haiss, Daniel Libeskind, Gerfried Stocker, David Weinstein, Bob Wilson... Come sei riuscito a coinvolgerli in questo progetto e qual è (o quale sarà) il loro ruolo?


Alcune di queste persone sono amiche, altre le abbiamo contattate direttamente senza nemmeno una presentazione di terzi. Abbiamo mandato una semplice mail e hanno accettato di far parte di questo board sulla base del progetto stesso e di come lo abbiamo descritto. In linea di massima sono persone che con la loro presenza garantiscono sulla qualità del progetto e che possono suggerire altre persone da coinvolgere. Alcuni di loro hanno però già evocato il desiderio di lavorare insieme su progetti radiofonici e telematici.



J. M. - Alla presentazione on-line del Centro ha preso parte una porzione del comitato scientifico del CRIR: Francesco Giomi (direttore di Tempo Reale), Carola Haupt e Ilaria Gadenz (Radio Papesse), Iolanda Pensa (presidente di Wikimedia Italia e senior researcher dell'Università svizzera SUPSI). Il comitato scientifico si compone di una miscela di persone provenienti dall'ambiente accademico e di non-addetti ai lavori (possiamo chiamarli così?); come mai si è scelto di creare questo ibrido, a mio parere davvero innovativo?


Because it's 2021! (citazione aggiornata da Justin Trudeau, 2015). Per noi un comitato scientifico non può non essere un ibrido virtuoso tra mondo accademico e gli altri mondi. Cerchiamo di essere pragmatici e operativi e vogliamo creare scintille di senso, luoghi extraordinari di azione (vedi il già citato progetto KIN a Santarcangelo Festival che per noi è una sorta di manifesto di modalità progettuale). Questo comitato scientifico ci sembra adeguato ai nostri tempi e potenzialmente in grado di attivare una plurifonia (come definita dalla filosofa e pensatrice femminista Adriana Cavarero che fa parte del comitato).


J. M. - Leggo dal comunicato stampa di CRIR che inclusione sociale e contaminazione tra discipline e arti diverse saranno aspetti importanti nella direzione dello sviluppo della progettualità del Centro; qual è il motivo che vi ha portato a mettere a fuoco questi temi e come credi potranno essere portati avanti a livello operativo?


Abbiamo fatto nostro “on-air, on-line, on-site” lo slogan creato dall'artista canadese Robert Adrian (1935-2015) per Kunstradio e il suo fondamentale manifesto del 1998 guida la nostra progettazione. Bob è stato un nostro maestro insieme a Pinotto Fava e Heidi Grundmann. La radio che abbiamo appreso e praticato insieme a Kunstradio e Audiobox è una radio dove “Radio art is not a combination of radio and art. Radio art is radio by artists.” La radio è leggera, flessibile, dinamica, avvolgente. Fatta anche di materiali poveri e per sua natura magnetica, in grado di attrarre persone delle più diverse discipline che la considerano sempre di più un medium caldo e ricco. Usmaradio non ha radiogiornali che parlino di attualità (come dice Flaiano “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria”) e pensiamo che qualunque azione artistica non possa non essere anche politica. A tal proposito un artista di riferimento è certamente Joseph Beuys.




J. M. - Patrono dei radioamatori, dei costruttori di tecnologie D.I.Y. e inventore del termine sci-fi, nel suo libro Radio for All (1922) Hugo Gernsback intendeva la radio e la conoscenza dei linguaggi – e delle tecnologie – della radiocomunicazione come un modo per la partecipazione della comunità, un metodo per gettare le basi dell'educazione e incentivare la mobilità sociale (un pensiero progressista che hanno anche definito hardware socialism). Quale dovrebbe essere, secondo te, il ruolo della radio oggi?


Grazie Merrich, non conoscevo Hugo Gernsback e ora lo sto studiando! La radiofonia è aggregativa per sua natura. Intima e pubblica allo stesso tempo. Carica di possibilità, dinamica, solitaria e collettiva è un naturale luogo di educazione. La radio che evochiamo con queste attività investiga molti mondi e vorticosamente cito: sound art, podcasting, radio art, transmission arts, soundscape, tecnologie della trasmissione, radio come luogo di performance, live radio, rapporto tra immagine e suono, media design, studi di musica elettronica presso le radio, arte contemporanea, giornalismo radiofonico, community radio.

Uno dei partner di Usmaradio è Bauhaus Weimar che nel 2019 ci ha chiesto di realizzare un progetto presentato dal vivo a Weimar per i cent'anni del Bauhaus. A nostro avviso alcune delle riflessioni pedagogiche del Bauhaus sono ancora valide e le teniamo in grande considerazione.

Gli studi di Usmaradio sono ospitati presso l'Antico Monastero Santa Chiara (inaugurato nel 1609) nel punto più alto di San Marino, da lì si vede il mare e la Valmarecchia con i paesaggi e i colori di Piero della Francesca e Leonardo (dovete venire a trovarci!). Qui condividiamo gli spazi con i di Unirsm – ospitiamo anche una parte della loro didattica – per cui abbiamo un confronto quotidiano proprio con la cultura del progetto insieme a un eccezionale gruppo di docenti la maggior parte dei quali professionisti affermati.




J. M. Tornando alla fonte, forse qualcuno dei lettori delle Brevi Storie del sabato non ha ancora avuto modo di conoscere Usmaradio... ce la racconti?


Il progetto nasce nel 2017 all'interno di Unirsm ma era stata preceduta dalla Scuola di Radiofonia (avviata nel 2014) e da progettazioni radiofoniche, telematiche, elettroniche avviate fin dalla fine degli anni Ottanta internazionalmente. Ricordo tra gli altri il festival radiofonico L'Arte dell'Ascolto LADA che si è svolto a Rimini e San Marino tra il 1991 e 1998. Il festival ha generato nel 1995 la web radio Radio Lada pensata come spazio espositivo per sound art (radio che ora è anche un canale di Usmaradio) e l'etichetta L'Arte dell'Ascolto che produce dischi sperimentali (sulla piattaforma Bandcamp sono in corso le uscite).


Voglio menzionare il corso che avevo creato a Scienze della Comunicazione dell'Università di Siena (su invito di Sebastiano Bagnara) dove tra il 1996 e 2001 ho insegnato “Drammaturgia dei media / Media Dramaturgy” (mi sono inventato questo termine per sottolineare la cruciale importanza della drammaturgia all'interno di una pratica artistica mediale) focalizzato sulla relazione tra radio e internet.


Come si può intuire Usmaradio è nata già “grande” potendo contare su una rete di persone e luoghi cresciuta nell'arco di un periodo relativamente ampio. Per questo il planisfero che abbiamo in studio mostra tutte quelle bandierine rosse posizionate nei vari continenti.

I tanti progetti realizzati in particolare grazie alla ORF austriaca (con il programma Kunstradio), RAI (con Audiobox, il benemerito programma creato da Pinotto Fava), Ars Electronica Linz, Western Front a Vancouver e tutto il network EBU Ars Acustica, sono stati determinanti per disegnare la progettazione di oggi. Corrado Petrocelli, rettore di Unirsm, da anni desiderava realizzare una radio e quando ne abbiamo parlato la prima volta nel 2016 abbiamo voluto lavorarci disegnando qualcosa che andasse al di là della consueta “radio campus”. È così che abbiamo concepito Usmaradio (“usmare” è un verbo desueto che significa il “fiutare”, in particolare, degli animali) un organismo radiofonico e sonoro dove poter produrre e imparare allo stesso tempo. E annusare il tempo presente.





J.M. Domanda forse banale in questo periodo, ma vorrei comunque chiederti come Usmaradio ha fronteggiato la pandemia.


Durante il Primo Lockdown tra marzo e aprile 2020 Usmaradio e Radio Papesse hanno unito le forze per dare forma a Crown un progetto radiofonico di 30 performance in 30 giorni con ogni giorno un/a ospite diverso in remoto. Crown è nato in tempo reale appena è stata diffusa la prima informazione riguardante il lockdown. Nell’arco di una giornata abbiamo disegnato – io, Alessandro Renzi (station manager di Usmaradio) e Carola Haupt / Ilaria Gadenz (Radio Papesse) – il progetto che è stato avviato il giorno seguente e diffuso su Usmaradio, Radio Papesse e talvolta su altre emittenti (ad esempio bauhaus.fm).

Giorno per giorno, appena disegnato il programma per il pomeriggio successivo, annunciando l’artista ospite nella mattinata stessa di performance, e facendo quindi tutto il lavoro di comunicazione molto rapidamente. Certamente un lavoro come questo si è potuto attivare grazie alla straordinarietà di questo periodo; difficilmente in condizioni “normali” ci si sarebbe potuto permettere il lusso di dedicare un intero mese, e a tempo pieno, a un unico progetto.

Un filo conduttore è stato spostare l’ovvietà della diretta simil televisiva tanto in voga nel mondo del suono e della radiofonia. Con ogni artista coinvolto abbiamo individuato la tecnologia più opportuna e con ognuno di loro abbiamo dedicato talvolta molto tempo a test tecnici e prove artistiche che iniziavano il giorno precedente alla performance. Con alcuni artisti del primo ciclo abbiamo già messo in cantiere nuovi progetti e ora con il Centro stiamo studiando prossimi contributi, nuovi ospiti e formati.


Nel frattempo abbiamo ricevuto da un editore che stimiamo molto un invito per realizzare un’edizione (cartacea e audio) a documentazione integrale del ciclo che a posteriori è stato definito un caso-studio grazie alla sua progettazione rigorosa, benché rapidissima, e estesa su un periodo così ampio. (Leggi qui l'intervista su Artribune)


Un altro progetto, scaturito da Crown, è stato News from Radio Yerevan prodotto da Steirische Gesellschaft für Kulturpolitik (Stiria) che ha unito in performance radiofonica dal vivo quattro luoghi con artisti in Ungheria (Tibor Szemző), Croazia (Zahra Mani), Austria (Mia Zabelka) e Italia (io). Il tutto è andato in onda su Usmaradio e ritrasmesso in diretta da un network di radio in broadcasting.





J. M. Quali sono i progetti per l'immediato futuro? E se qualcuno dei lettori delle Brevi Storie volesse partecipare più attivamente alle potenze irradianti che circondano Usmaradio, come potrebbe fare?


Tra pochi giorni uscirà la prima call pubblica nella quali lanceremo i temi sui quali vogliamo lavorare nel 2021 e con uno sguardo fino al 2023. Tra i progetti nell'immediato: definizione delle prime residenze d'artista, appuntamenti della Scuola di Radiofonia, prossime performance telematiche collaborative, programmazione per lo spazio espositivo on-air/on-line per sound art di Usmaradio e nuova tappa di KIN.

Col comitato scientifico intendiamo fare una ricognizione accurata di ciò che esiste nel radioscape globale e da lì partire per collegarci ad altre realtà e progetti disegnando insieme alcune azioni necessarie. Unendo le forze insomma.


Nel momento storico in cui la radiofonia si sta sempre più spostando verso il digitale si stanno liberando frequenze utilizzabili per scopi non commerciali ed educativi, uno degli intenti del CRIR è la possibilità dell’accesso a una frequenza in FM (e magari affiancarla con una AM) per poter trasmettere e fare ricerca nell’etere. FM per Cultura e Comunità!

Usmaradio sostiene ed integra le licenze Creative Commons e la filosofia open source per cui il rapporto con Wikipedia è fondamentale. Ricordiamo che la nostra collaboratrice Iolanda Pensa, autrice del programma Scuola di Pensiero, è la presidente di Wikimedia Italia.


Visitateci, ascoltateci e scriveteci (crir@usmaradio.org). Esistiamo per favorire la connessione di luoghi e persone alla ricerca di idee, progetti, combutte. Auspichiamo poi sempre più collaborazioni e progetti insieme a BIPOC, donne, LGBTQ2+ e artist_ non-binary. Un'attenzione particolare della nostra progettazione è per le pioniere della scena musicale elettronica che sovente si intreccia alla radiofonia. Non a caso la homepage di Usmaradio è dedicata di volta in volta a una di queste figure fondamentali e in questo momento possiamo collegarci e incontrare Delia Derbyshire. Siamo una realtà internazionale ma vogliamo anche dare risalto a quello che è stato fatto in Italia negli universi delle ricerche sonore più avanzate e in tempi non sospetti.

Ricordiamo il canale per poter seguire Usmaradio, il Centro di Ricerca per la Radiofonia e la Scuola di Radiofonia è sufficiente digitare www.usmaradio.org o www.unirsm.sm/crir per accedere direttamente al Centro.



 


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