Qualche tempo fa, Unseen Worlds ha proposto la riedizione di alcuni capolavori di Laurie Spiegel: The Expanding Universe – nella versione in 3 vinili o doppio cd – e Unseen Worlds, pubblicato per la prima volta nel 1991 e composto da Spiegel attraverso il suo software Music Mouse.
Se non conosci il catalogo di Unseen Worlds ti consiglio di prenderti qualche minuto e di andarlo a sfogliare. Ti garantisco che le tue orecchie resteranno ipnotizzate, un gioiello sonoro dopo l'altro.
Ma facciamo un passo indietro:
hai presente quando incontri un amico e questo comincia a raccontarti i fatti privati di terze persone con placida sicurezza, come se tu conoscessi tutti gli attori coinvolti nella narrazione e invece non hai la minima idea di chi siano i soggetti presi in causa? Ecco, per evitare questa sgradevole sensazione, se non conosci già Laurie Spigel continua a leggere qui sotto. Se invece il nome della compositrice ti è noto, puoi saltare il mio breve ragguaglio passando al blocco di testo successivo.
Per fartela breve, Spiegel è una compositrice e programmatrice statunitense nata nel 1945; alla fine degli anni Sessanta si è avvicinata alla musica elettronica grazie a uno dei padri americani del genere: Morton Subotnick. Negli anni Ottanta collabora alla costruzione di Alpha Syntauri, tra i primi sistemi professionali per la produzione di musica per computer prodotti su larga scala. Ne ho parlato in modo sintetico nel mio libro Breve storia della musica elettronica, mentre nel precedente Pioniere della musica elettronica (Auditorium Edizioni, Milano 2012) potrai trovare una mia lunga intervista alla compositrice americana.
Expanding Universe è sempre stato uno dei miei lavori preferiti di Spiegel e questa nuova riedizione di Unseen lo potenzia infinitamente aggiungendo altre 15 tracce incise tra 1974-1977 e composte ai Bell Laboratories, celebre centro di ricerca americano che ha dato alla luce invenzioni come il transistor e il laser.
Expanding Universe è un magico viaggio che raccoglie le fatiche della nostra alle prese con GROOVE (Generated Real-time Output Operations on Voltage-controlled Equipment), sistema di produzione sonora computerizzato elaborato da Max Mathews, Emmanuel Ghent, Richard Moore e dalla stessa Spiegel che vi apporterà modifiche sostanziali.
Non saprei come descriverti questo capolavoro elettronico se non come una contemplazione in formato sonoro di galassie lontane, pulviscoli stellari e infinite - e forse un po' allucinate - dilatazioni del cosmo... Come d'altronde recita il titolo.
Tutti noi esseri siamo frutto dello spazio ma credo che Spiegel possa vantare qualche connessione in più con il cosmo: oltre ad aver lavorato ai Bell Labs, lo stesso ente che assieme alla NASA mandò in orbita Telestar 1 nel 1962, ovvero il primo satellite operativo destinato alle telecomunicazioni, Spiegel è stata incaricata dalla NASA di realizzare una sonorizzazione ispirata al trattato Harmonices Mundi di Keplero.
Oggi il brano Kepler's Harmony of the Worlds è diretto verso la costellazione di Ofiuco e si trova a 21 miliardi di chilometri dalla Terra, incluso nel Golden record a bordo della sonda Voyager 1. Lanciata il 5 settembre 1977 sulla traiettoria per Giove e Saturno, la Voyager 1 è l'oggetto di fattura umana più lontano dalla terra e continua, anche in questo momento, a trasmetterci informazioni.
Se questa è la prima Breve Storia che leggi, forse ancora non sai della stima che nutro per Adrian Fartade, divulgatore scientifico, scrittore, ideatore e conduttore di Link4Universe e Astro Café; se non lo conosci e lo spazio ti appassiona, ti suggerisco di guardare qui una puntata dedicata alla sonda Voyager 2 e alla sua gemella.
Un po' come accade per la musica elettronica, quando si parla di spazio, astrofisica e storia dell'astronomia, si tende non considerare l'esistenza dei preziosi contributi delle donne.
Certamente, alcuni nomi suonano oggi familiari - dalla più recente Samantha Cristoforetti a Valentina Tereskova, la prima donna nello spazio - ma non rammentiamo mai figure fondamentali per la costruzione delle conoscenze come Henrietta Swan Leavitt che, nel 1902, divenne sovrintendente del progetto Draper.
Dopo aver studiato migliaia di stelle variabili nelle Nubi di Magellano, Leavitt giunse alla formulazione di un metodo essenziale per determinare le distanze delle galassie, metodo che cambiò radicalmente la nostra visione dell'Universo. Come da copione, purtroppo Leavitt morì prima che a qualcuno venisse in mente di conferirle il Nobel...
Se vuoi scoprire la storia di Henrietta e delle "donne computer" ti consiglio un altro bravo divulgatore, Curiuss, che le ha dedicato una puntata:
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