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Immagine del redattoreJohann Merrich

E sono 100! Tanti auguri alla Radio italiana.

Tornano le Brevi Storie!



Il 6 ottobre 1924, una voce di donna annunciava il palinsesto della prima trasmissione radiofonica italiana e inaugurava una storia che oggi è lunga 100 anni.


Da che ho memoria, la radio ha sempre fatto parte della mia vita. Se penso all'uccellino della RAI mi vengono in mente immagini di pomeriggi caldi, estivi, passati a giocare sulla ghiaia del giardino di mia nonna, che aveva una bellissima radio – che conservo ancora oggi – accanto al divano dove sedeva per fare a maglia. Non ricordo esattamente cosa ascoltasse durante i miei pomeriggi di gioco, ma sentivo l'uccellino della RAI uscire dalla finestra, per venirmi a trovare.





Anche mia madre ascoltava sempre la radio: da adolescente, mi svegliavo tutte le mattine con la sua radio a tutto volume; l'ascoltava in bagno – lo fa ancora oggi!, mentre si preparava per andare a lavorare, oppure la domenica, mentre cucinava. La radio della domenica nei miei ricordi odora di melanzane grigliate – o di radicchio rosso alla piastra, a seconda della stagione.



[Credenze di famiglia: secondo mia madre se appena ci si sveglia si sente per caso una canzone dei Queen alla radio allora la giornata sarà fortunata].


Dopo gli studi universitari, a Venezia, la radio era la mia inseparabile compagna: quando facevo le pulizie per alcune strutture ricettive, Radio Rai Tre era la colonna sonora della mia giornata. Tra una botta di aspirapolvere, una passata di mocio e un colpo di Cif, le giornate passavano assieme a Radio Tre Scienza, Tutta la città ne parla e poi su, su, nelle ore, fino a Fahrenheit e 6 Gradi. Qualche volta, quando gli arrivi dei turisti subivano ritardi, poteva capitare di ascoltare persino Hollywood Party. In quel periodo vivevo a casa di una cara amica il cui nonno era stato un cantante lirico e così non c'era pranzo in cui non ascoltassimo divertite La Barcaccia.


Negli stessi anni scoprivo Tre Soldi – ancora oggi per me una vera ossessione, e gli ascolti variegati e internazionali proposti da Helicotrema, il festival dell'audio registrato che ha contribuito in modo significativo ad espandere il mio concetto di ascolto collettivo.



Oggi la radio è ancora una parte importante della mia vita: anzi, potrei dire che in qualche modo la sua presenza nella mia esistenza si è radicata più che mai, facendomi desiderare di appartenere davvero a quel mondo.


La radio è il luogo in cui vado a rintanarmi quando non voglio stare nei miei vestiti, nel mio presente, e preferisco perdermi nelle storie di altri luoghi e altre persone – che solitamente scovo nei meandri di Rai Play Sound.

La radio è anche l'ora del soffritto, che trascorro ogni giorno con Gianluca Nicoletti e il suo MELOG – e, anche se oggi un po' meno, con la sua instant radio.



La radio è stata la capanna in cui è nata la musica che amo, il linguaggio sonoro di cui mi occupo, che studio e che pratico da vent'anni.


La radio oggi è anche sinonimo di amici e sono fiera di far parte del comitato scientifico del Centro di Ricerca Interdipartimentale per la Radiofonia dell'Università di San Marino, una creatura di usmaradio.


Prossimamente, la radio per me sarà qualcosa di ancor più speciale, perché accoglierà il lavoro che ho portato avanti negli ultimi 6 mesi grazie al Premio Lucia di Radio Papesse.



Da dicembre 2023, i miei ascolti radiofonici hanno subito una forte impennata. Dopo aver partecipato a TACTUS Festival, il confronto proposto da Usmaradio e l'Università di San Marino sul presente e il futuro della radio, ho sentito l'urgenza di ascoltare ancora di più e di perdermi, sempre più spesso, in scampagnate radiofoniche, tra podcast e trasmissioni.

[Ascolta tutto Tacturs Festival qui sotto!]





E così, sta mattina mi sono svegliata pensando che mi piacerebbe riprendere le mie "Brevi Storie" per presentarvi un po' di cose che ho ascoltato quest'anno e condividere con voi quello che mi è piaciuto di più, per aiutarvi a districarvi in un mare di programmazioni, proponendovi le mie scelte e il mio punto di vista sulla radio.

Inizio oggi, con un giorno di ritardo, consigliandovi un bellissimo lavoro: Donne di Parola, un podcast Rai Radio Due e Raiplay Sound di Marta Perrotta, Direzione Artistica Andrea Borgnino, Editing e Regia Arianna Biagi e Luca Franco, Sound Design Roberta Ginocchio, Responsabile di Produzione Giulia Giannuli.



Si tratta di 5 episodi che esplorano con rara abilità la storia di alcune donne che hanno "contribuito a rivoluzionare il linguaggio radiofonico" in Italia.


Ogni episodio dura tra il 25 e i 30 minuti e presenta le avvincenti ricerche dalla viva voce di Marta Perrotta e interventi delle storiche protagoniste.


Confesso di non averlo – ancora – ascoltato tutto d'un fiato, come mi è capitato con altri podcast, e di essermi fermata a metà della seconda puntata: ma solo perché Donne di parola merita tutta la nostra attenzione, ed è sacrosanto riservargli il tempo di un ascolto concentrato!


Donne di parola è un ascolto frizzante, per nulla noioso, altamente informativo ma leggero al contempo. Non perdetelo!

Se volete ricevere via mail i miei consigli radiofonici, iscrivetevi alle Brevi Storie, la storica newsletter che porta – dal 2018 – nella vostra posta elettronica cose carine e curiose dal mondo del suono.


A partire da ottobre 2024, a cadenza assolutamente irregolare, vi consiglierò via mail un mondo di suoni e racconti da ascoltare. Cliccate sul pulsante qui sotto e non perdetevi le mie missive!


P. S.

Ogni ascolto proposto nelle nuove Brevi Storie sarà reperibile anche qui, nel blog. Ciao!







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