Ma se prendersi cura del racconto storico è un’azione di per sé poco praticata, cosa succederà tra 20 o 30 anni, quando i deepfake popoleranno la rete? La nostra capacità critica sarà allenata abbastanza?
Ieri ho caricato un paio di post nel mio profilo Instagram. Entrambi mostravano due fotografie di pioniere della musica elettronica, corredate da una didascalia lampo.
La prima immagine ritraeva "Janelle Washington Carver durante una sessione di testing del prototipo del suo "UltraWave" al laboratorio sperimentale dell’Oberlin College [1969]"; la seconda invece era uno scatto dell"ingegnere e radioamatrice Christa Steffan nel suo studio casalingo di Colonia".
Volevo continuare questo "sporco gioco di finzione" per 3 o 4 giorni, ma sentendomi in colpa – «sto tradendo la fiducia dei mei lettori!» – ho gettato la poker face dopo meno di 24 ore, e così oggi, con un bel carosello di 10 immagini ho svelato la truffa: Janelle Washington Carver e Christa Steffan sono mera finzione, creature deformi e pasticciate nate dai comandi dati all'Intelligenza Artificiale di Canvas.
Ho usato questo stratagemma per aprire una riflessione sul concetto del “prendersi cura”, in previsione a una prossima talk che potrete ascoltare durante TACTUS Festival, il 2 dicembre.
Inventare una pioniera della musica elettronica per puntare i riflettori sulle ombre di un problema non è cosa nuova: lo aveva già fatto Jan Jelinek con il suo capolavoro “Ursula Bogner” per stimolare un provocatorio pensiero sui temi della proprietà dell’identità e gli stereotipi di genere.
Solitaria e silenziosa, continuo a insistere sul valore della cura – delle memorie, delle fonti, della storia, dell’esattezza dei dati che si riportano quando si racconta qualcosa.
Prendersi cura non è cosa da poco e, soprattutto, in pochi lo fanno davvero: basta leggere qualche libro di divulgazione
per incontrare strafalcioni niente male… Ma se prendersi cura del racconto storico è un’azione di per sé poco praticata, cosa succederà tra 20 o 30 anni, quando i deepfake popoleranno la rete? La nostra capacità critica sarà allenata abbastanza?
Con l’intervento "Se Ada Lovelace ama Michael Faraday e Suzanne Ciani inventa il Buchla” Prendersi cura di fatti, fonti e pasticci per una nuova – e sana – storia della musica elettronica parlerò della cura nella costruzione del racconto storico il 2 dicembre, ospite di 𝐓𝐀𝐂𝐓𝐔𝐒 𝐑𝐚𝐝𝐢𝐨 𝐅𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚𝐥, una tre giorni in cui sarà possibile incontrare alcuni tra i protagonisti della scena radiofonica istituzionale e indipendente, del podcasting e della sound art internazionale.
Dalle 17:00 alle 18:00 si susseguiranno gli interventi sul tema della cura di Leandro Pisano, Daria Corrias e il mio.
>> Dalle 16:30 alle 17 ci sarà anche una performance dell’Impero della Luce.
Tutto il festival è imperdibile, con moltissimi ospiti preziosi e davvero importanti. Vi rimando al sito e connettetevi numerosi per un viaggio nell’ascolto.
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